Articolo di MB News

Bellusco: Claudio Stucchi batte il tumore e festeggia attraversando le alpi in bicicletta

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“Gamber de Cuncuress” significa corsa, maratone ed imprese sportive fino ad ora sempre comprese nell’ambito del podismo. Ma c’e’ chi, talvolta, esce da questo contesto per dedicarsi ad un altro tipo di “imprese”, se cosi’ le vogliamo chiamare.

L’intervista che segue e’ dedicata all’autore di un’impresa: vera, sofferta anche perche’ sofferto e’ stato il suo recente passato.Un passato dove le corsie di un ospedale si sono sostituite, troppo spesso, alle corsie della pista d’atletica e dove la fatica fisica si mischiava a quella psicologica nell’affontare un avversario di cui non si conosceva ne’ l’entita’ ne’ la pericolosita’: un tumore.

Questo macigno Claudio Stucchi, uno dei punti di forza dei Gamber de Cuncuress, se lo porta dietro da ormai piu’ di un anno. Un anno fatto di analisi e dialisi, di lotta e di speranze. Fino all’atto finale: il male è stato sconfitto, parrebbe definitivamente. Con le cure, vero; ma anche con la rabbia e la determinazione di un uomo che mai si e’ dato per vinto, nelle gare come nella vita.

Per farvi capire chi è Claudio Stucchi basta un piccolo aneddoto: Monza-Resegone 2012. Ad aprile di quell’anno si opera, per la prima volta.. un’operazione densa di incognite. Lo vedo passeggiare il giorno dopo l’operazione trasportando un catetere. Mi guarda e subito, dopo il “ciao” di cortesia scatta subito la scintilla, e la domanda e’ d’obbligo: “Amico, facciamo la Monza – Resegone quest’anno?”. Non ho avuto alcun dubbio: Claudio era pronto per una sfida, e anche nella drammaticita’ del caso, ha voluto vincere. E ha vinto: due mesi e mezzo dopo raggiungevamo insieme al terzo socio Capanna Monza, in poco piu’ di 4 ore e mezzo.

Da qui l’idea, sua, di provare un’altra piccola grande impresa sportiva: l’attraversamento delle Alpi in bicicletta, e in solitaria. Ce l’ha fatta anche stavolta, Claudio, che incontro in un letto d’ospedale dopo tre giorni dall’operazione fatta per estrarre un paio di “sassolini” da un rene. La prima domanda, di conseguenza, e’ d’obbligo:

Come stai ?

Abbastanza bene, e sicuramente tra un paio di giorni andrà meglio.

Parlaci del tuo viaggio in bici da Monaco a Bellusco: comè andata? Dacci qualche dettaglio.

È andata alla grande direi, ho fatto 5 tappe da circa 120cad in bici, trainando un carrello di quasi 25kg. più un giorno di riposo a Lindau sul lago di Costanza. Sono partito in treno da Verona e sono arrivato a Monaco. Da lì sono partito il giorno dopo per Urspring, poi Lindau, Coira, Chiavenna e Bellusco; quasi sempre su piste ciclabili. A parte il tratto italiano chiaramente..

Partivo verso le 9 ed arrivavo all’incirca verso le 17.30. Montavo la tenda e preparavo la cena.

Che tipo di esperienza è stata?

Chiaramente bellissima e che rifarò sicuramente, anche perche è andato tutto alla grande: ho visto dei bei posti; ho parlato con gente che non conoscevo, tra l’altro senza capire una sola parola; ho conosciuto un tipo incredibile, e ho vissuto dei bei momenti, compreso l’acquazzone di 3 ore preso dopo la partenza della terza tappa. Poi è cambiato il tempo ed è stata una goduria.. anche perché è stata l’unica tappa senza salite… più di cosi!

Perché, le altre?

Le altre sono state belle toste. La seconda in Baviera e soprattutto la quarta con il passo dello Spluga sono state a dir poco impegnative. Fortunatamente sono stato sempre bene, e le gambe (incredibilmente) non mi hanno mai fatto male. Non so quanti km di salita ho fatto in totale, ma credimi sono stati tanti e alcune volte la salita ha vinto. Ma in fondo era anche questo che volevo.

Stai già pensando al prossimo viaggio?

Calma, calma. Prima di tutto sono un podista, e quindi dopo la convalescenza ricomincerò gli allenamenti per la prossima stagione e se sarò in forma preparerò una maratona da correre in primavera. Ma niente bici la prossima estate, ho un altro “sassolino “ da togliermi, vorrei tentare di arrivare in cima al monte bianco, ma lì non dipende solo da me. Ci sono altri fattori, non ultima la forma fisica di due dei 5 componenti che formeranno la cordata. Ma c’è un anno di tempo…fortunatamente.

Claudio e’ questo: sempre positivo e sempre proiettato in avanti; alla ricerca di nuove situazioni dove misurare se’ stesso e nuove sfide da affrontare; un uomo che va oltre la normalita’ di un normale cinquantenne: un uomo che vuole dimostrare a se’ stesso come essere uomo… e vincente. Sfida dopo sfida.

Dedicato agli amici Walter e Bruno(e a tutti gli altri complici)

Marco Stracciari

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